“Effetto gennaio”: di cosa si tratta?
Ci stiamo avviando alla chiusura dell’anno ma occhio a comprare sui mercati per via del cosiddetto “effetto gennaio”.
Mi sono dato sempre un paio di regole da un paio di anni all’interno del mondo degli investimenti. La prima è stata mai comprare sotto natale,salvo dei collassi eccezionali. La seconda invece è stata quella di mantenere sempre il più basso possibile il mio PMC.
Detto questo, una doverosa introduzione che poi comprenderete, oggi parliamo di un fenomeno magari sconosciuto a tanti: l’effetto gennaio. Si tratta di un’anomalia di mercato osservata nei mercati finanziari, secondo cui i prezzi delle azioni tendono a salire più rapidamente durante il mese di gennaio rispetto ad altri periodi dell’anno. Questo fenomeno è stato studiato principalmente nel contesto del mercato azionario americano, ma è, se vedete, è facilmente applicabile e consultabile anche sui mercati europei.
L’effetto gennaio è stato identificato per la prima volta negli anni ’70 e ’80 attraverso degli studi statistici sui rendimenti azionari. Le ragioni alla base di questa anomalia sono diverse, ma non esiste un consenso che possiamo definire unanime sulla causa principale.
Tra le spiegazioni più comuni ci sono:
1. Vendite fiscali a dicembre
Molti investitori vendono azioni in perdita a dicembre per ridurre il carico fiscale sui guadagni di capitale (tax-loss selling). Queste vendite esercitano una pressione al ribasso sui prezzi a dicembre. A gennaio, invece, questi stessi investitori spesso riacquistano le azioni vendute o altre simili, facendo salire i prezzi.
2. Effetto delle piccole capitalizzazioni (small-cap effect)
Le azioni di società a piccola capitalizzazione tendono a sovraperformare il mercato complessivo in gennaio. Questo potrebbe derivare dall’interesse degli investitori istituzionali o individuali, che vedono le small-cap come investimenti più attraenti per l’anno nuovo.
3. Nuovi investimenti all’inizio dell’anno
L’inizio del nuovo anno è spesso associato a un rinnovato ottimismo economico. Molti investitori istituzionali e retail riorganizzano i portafogli o investono nuovi capitali, contribuendo a un aumento della domanda di azioni.
4. Effetto psicologico
A gennaio, gli investitori tendono ad avere aspettative positive per l’anno appena iniziato. Questo ottimismo si traduce in una maggiore propensione al rischio e nell’acquisto di titoli azionari.
Negli ultimi decenni, con l’aumento dell’efficienza dei mercati e la diffusione di strategie di investimento automatizzate, l’effetto gennaio sembra essersi attenuato. Alcuni critici ritengono che non sia più un’anomalia significativa come in passato, poiché gli investitori sono diventati consapevoli di questa dinamica e le opportunità di arbitraggio tendono a ridurla. Tuttavia il suo alone di mistero veleggia ancora sui mercati finanziari e, secondo me, ancora in tanti lo reputano un elemento presente e di cui tenere conto nella propria strategia di investimento.
In sintesi, l’effetto gennaio è un’interessante dinamica dei mercati finanziari che combina fattori psicologici, fiscali e strutturali, ma deve essere considerato con cautela all’interno di una strategia di investimento complessiva.
Non sono un consulente finanziario. I miei sono semplici ragionamenti e/o considerazioni sviluppati sulla base di studio personale, da autodidatta e da appassionato. Con il vostro denaro chiaramente fate sempre ciò che volete ma mi raccomando considerate sempre tutti i rischi del caso prima di compiere qualsiasi operazione. Se non ne siete convinti fermatevi. Se volete approfondire studiate prima. Non giocate con i vostri soldi.
Questo post è stato interamente scritto dal mio iPad Air M1.
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